Nel solco della Settimana Sociale di Trieste, la Diocesi di Mantova sta portando avanti un percorso di rinnovamento e partecipazione, con un’attenzione particolare ai temi del lavoro, della partecipazione e della giustizia sociale. Suor Pieranna Dotti, componente del tavolo “Equipe giustizia sociale, lavoro e cittadinanza”, racconta come la Chiesa mantovana stia strutturando nuove modalità di ascolto e coinvolgimento delle comunità locali: “in questi mesi, dopo la Settimana Sociale – spiega – ci sono vari ragionamenti e percorsi in atto. Due anni fa la Diocesi ha destrutturato i classici uffici pastorali per riformulare tutto sulla base dei tavoli, con l’idea che le necessità partissero dal territorio e non dal centro. Si tratta di una piramide rovesciata: dal basso emergono le istanze, che poi vengono elaborate in un processo condiviso”. Il tavolo del “bene comune” accoglie diverse équipe, tra cui quella su giustizia sociale, lavoro e cittadinanza, a cui partecipa suor Pieranna. L’obiettivo è chiaro: “vogliamo interagire sempre più con il territorio e stimolare proposte che non siano solo calate dall’alto. Stiamo contattando le unità pastorali per metterci in ascolto delle loro difficoltà e delle necessità specifiche di ogni realtà”.
Uno dei temi centrali rimane la partecipazione. “Abbiamo un territorio molto variegato e non è semplice trovare modelli che funzionino ovunque”, osserva la religiosa ricordando che “vogliamo partire dall’ascolto, evitando una frammentazione delle iniziative. Creare relazioni e condividere percorsi è essenziale per dare stabilità a questi processi”.
Non mancano le sfide, ma anche i segni di speranza. “Persone che prima non avevano mai interagito con la Chiesa ora si sentono coinvolte e responsabilizzate”, sottolinea suor Pieranna. “C’è entusiasmo, anche se – confida – naturalmente esistono difficoltà. Ma il desiderio di lavorare insieme è forte”.
Tra i progetti in fase di avvio, c’è anche un percorso con i giovani. Si tratta di “un gruppo di ragazzi tra i 17 e i 30 anni vuole sperimentare il metodo dei tavoli adottato a Trieste”. “L’idea – racconta – è rendere i giovani protagonisti, avvicinandoli ai temi della Settimana Sociale con strumenti che possano realmente coinvolgerli”. Il tavolo sta lavorando anche a un’iniziativa legata alla formazione socio-politica. “Vogliamo superare – rileva – il modello della classica conferenza con domande e risposte, per rendere il percorso più partecipativo. L’idea è coinvolgere le risorse del territorio e costruire momenti di dibattito che abbiano un impatto concreto”.
Un’altra sfida riguarda l’integrazione delle comunità immigrate nel tessuto sociale. “Nel mio paese, su seimila abitanti, più di 1200 sono stranieri. In quello vicino, la metà della popolazione è immigrata”, spiega suor Pieranna. “Abbiamo avviato – aggiunge – corsi di italiano per donne straniere e, su richiesta di alcune aziende, anche corsi di lingua finalizzati al lavoro. Questo aiuta a creare legami e a superare le barriere culturali”.
Guardando al futuro, l’attenzione è rivolta a consolidare queste iniziative. “Aspiriamo a un percorso sempre più condiviso, rispettando le differenze di ciascuno”, afferma. “Non è un momento semplice, ma il cammino è aperto. La sfida è costruire un modello che tenga insieme le diverse generazioni, le competenze e le esperienze, senza perdere il senso profondo della nostra missione”. Tra le iniziative in cantiere, spicca il “Forum del Bene Comune”, un evento che sostituirà il classico discorso alla città nel giorno del patrono della Diocesi. “Affronteremo il tema dell’intelligenza artificiale, coinvolgendo scuole, Camere di Commercio e gruppi di studio. L’obiettivo è avviare un percorso che produca effetti concreti per la comunità”, conclude suor Pieranna. Il cammino della Diocesi di Mantova è ancora giovane, ma la direzione è chiara: costruire una Chiesa più partecipativa, radicata nelle necessità reali delle persone, capace di ascoltare e di trasformare le provocazioni in azioni concrete.
Andrea Canton