Al cuore della Democrazia

Settimane Sociali

Trieste, 4 luglio 2024.
50 edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani, organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana (Cei). La riflessione biblica di Sabino Chialà.

Camminare insieme dopo Trieste

di Angelo Picariello

Continuare nei territori, a livello diocesano o parrocchiale, interdiocesano o regionale, la comunione e la progettualità della Settimana sociale di Trieste. I cattolici vogliono andare sul serio Al cuore della democrazia ( era il tema di Trieste) e per questo desiderano fare di quell’incontro, pur vivo e partecipato, «solo l’inizio di un percorso», come ha spiegato il professor Sebastiano Nerozzi, segretario del Comitato, nell’avviare in diretta da Trieste, dalla sala del Museo Revoltella, il webinar “Camminare insieme dopo Trieste”, a cura del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana. Si è voluti partire subito, ai primissimi di settembre, «anche per dar modo ai consigli pastorali di avere già delle tracce su cui lavorare». Senza avere però la pretesa di predisporre tutto «ognuno procederà con il suo spirito e la sua modalità ». Perché «la strada si capisce camminando – ha detto la vicepresidente del Comitato, la professoressa Elena Granata, collegata da Milano -, dobbiamo fidarci della comunione e dello Spirito, mettendoci alla Sua sequela».
Una comunione che si è respirata nell’aria, a Trieste, trasformando le diversità, anche le diverse visioni politiche da obiezione ad opportunità, arricchimento, e questo può, deve, diventare un metodo da rilanciare a livello locale. « Arriveranno delle linee di indirizzo e dalla Cei», preannuncia il vescovo di Trieste Enrico Trevisi, ma intanto il metodo, appunto, che si afferma, in questa crisi della democrazia – che è crisi di consapevolezza del bene comune da perseguire – «è quello che non parte dal colpevolizzare o a indicare i mali, ma dall’indicazione delle buone prassi da poter seguire».
Nel metodo che si è affermato a Trieste c’entra anche il saper lavorare insieme. Collegato da Catania l’arcivescovo Luigi Renna, presidente del Comitato delle Settimane sociali, con accenti anche molto toccanti, è andato sulla sua personale esperienza, che ha creato non poche trepidazioni sulla sua salute, e poi ridotto per un periodo il suo apporto nella fase di convalescenza. Una bella notizia il suo pieno ritorno “in pista”, ma lui ne fa anche l’occasione per ribadire il ruolo di servizio e lo spirito di collaborazione che c’è stato, «come in una cordata in montagna, se uno accusa un momento di difficoltà sono i compagni ad aiutarlo». Ora si tratta, anche per Renna, di proseguire su quella strada, sottolinea, fra i mille e passa di Trieste, «quelli che sono venuti spontaneamente senza essere in rappresentanza di una diocesi o di una associazione». E anche gli amministratori presenti, al di là dello schieramento politico, sono uno «stupendo lievito». Tutti insieme – ha concluso il presidente del Comitato – «sono stati un popolo che partecipa».
Un modo anche per uscire dalla “comfort zone” del pre-politico, sottolinea Granata, riprendendo una frase dell’arcivescovo di Catania. «Ora – ha detto don Bruno Bignami, responsabile dell’Ufficio della Pastorale Sociale e del lavoro – si tratta di ripartire sul territorio da ciò che c’è. Non siamo all’anno zero. Aprendosi alle istituzioni, scuole, università, enti locali, senza limitarci alla discussione fra di noi». Ci sono sul tappeto, ora, ben «250 proposte concrete scaturite dai lavori di Trieste, che stiamo iniziando a riordinare», ha detto il professor Giovanni Grandi, componente del Comitato . Ne scaturiscono sette piste su cui lavorare sulle quali – collegata da Bari – è intervenuta anche un’altra componente del Comitato, la professoressa Gabriella Calvano.

(Articolo pubblicato su Avvenire del 4 settembre 2024)