Eredità della Settimana Sociale di Taranto del 2021 dedicata all’ecologia integrale, ma anche pista di lavoro concreta sulla partecipazione nella Settimana Sociale di Trieste nel 2024. La Chiesa italiana ha fatto suo il sogno delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) come segno concreto di testimonianza. Don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio Nazionale della Pastorale Sociale e del Lavoro, ha aperto il quinto webinar su “Camminare insieme dopo Trieste” spiegando che “le CER rappresentano un esempio significativo di ecologia integrale, dimostrando come le questioni sociali e ambientali possano andare a braccetto”. Queste comunità, nate dalla spinta della Laudato si’ di Papa Francesco, hanno l’obiettivo di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, favorendo al contempo relazioni più forti e una nuova cultura della cura.
Come ha ricordato don Bignami, “il numero 179 della Laudato si’ ci invita a riflettere sull’importanza delle comunità locali, capaci di rispondere alla povertà energetica e di costruire un futuro sostenibile per le generazioni future. Le CER incarnano questa visione, unendo alla produzione di energia un forte senso di responsabilità e solidarietà”. Il percorso, però, non è solo teorico. Il direttore dell’Ufficio Cei ha sottolineato come diverse diocesi si siano già impegnate, sperimentando modelli innovativi di partecipazione, tra cui quello della diocesi di Treviso. Alessandro Caffi, membro del Tavolo tecnico CEI sulle comunità energetiche, ha fornito una panoramica sul lavoro svolto dalla Chiesa italiana. Nel suo intervento ha chiarito che “le CER non sono una soluzione immediata per ridurre le bollette, ma rappresentano un elemento fondamentale della transizione energetica”. Ha quindi evidenziato come queste comunità si fondino su tre pilastri principali: produzione di energia, acquisto condiviso e ottimizzazione dei consumi. Ha inoltre spiegato che “la CEI ha elaborato un vademecum, disponibile online, che rappresenta una guida pratica per orientare diocesi e parrocchie”. Questo strumento è il frutto di un lungo lavoro di confronto tra esperti, diocesi e istituti finanziari, volto a creare un modello replicabile su scala nazionale.
Un’esperienza concreta è stata raccontata da Sergio Criveller, economo della diocesi di Treviso. “Abbiamo iniziato tre anni fa, ispirati dalla Settimana Sociale di Taranto. Il nostro obiettivo non era creare una comunità energetica per ogni parrocchia, ma costruire un soggetto giuridico diocesano che potesse coordinare l’intero progetto”. Sergio Criveller ha spiegato come la diocesi abbia scelto di costituire una Fondazione di partecipazione, un modello che permette di coinvolgere produttori, consumatori e ambasciatori locali, ovvero quelle figure – una cinquantina – che all’interno della cabina primaria diventeranno il punto di riferimento della grande comunità diocesana. “Abbiamo attivato cinque comunità e coinvolto oltre mille persone, raggiungendo un megawatt di produzione energetica. Ma ciò che più conta è l’aspetto comunitario. La partecipazione è il cuore del progetto”.
Criveller ha sottolineato l’importanza di destinare gli incentivi alla fragilità energetica, spiegando che “un 45% degli incentivi è riservato alle famiglie, con un ulteriore 12% dedicato a quelle con un ISEE inferiore ai 20.000 euro. Questa scelta riflette la volontà di mettere al centro la solidarietà, senza trascurare la sostenibilità economica”. Tuttavia, il percorso non è privo di difficoltà. Le tempistiche burocratiche, la complessità normativa e la necessità di coordinare molti attori rappresentano sfide significative. “Ciò che serve” – ha aggiunto – è un impegno continuo e la capacità di lavorare insieme, coinvolgendo professionisti e comunità locali”.
Don Bignami ha concluso il webinar sottolineando che “la parola chiave di questa esperienza è comunità. Generare energia attraverso una comunità significa costruire legami, valorizzare le competenze e promuovere una nuova cultura della partecipazione”. L’augurio è che sempre più diocesi possano seguire questa strada lasciandosi ispirare dai principi dell’ecologia integrale della Laudato si’.
Andrea Canton