La pace è il valore centrale che gli scout adulti del Masci Friuli Venezia Giulia hanno portato ai Villaggi delle Buone Pratiche della Settimana Sociale di Trieste. Al loro stand i volontari hanno raccontato un impegno che abbraccia tanto la sensibilizzazione quanto l’azione concreta sul territorio, un impegno che continua a ispirare riflessioni profonde e azioni per il bene comune. Ambra Cusin, una delle volontarie, ha descritto con passione l’iniziativa “Sconfini di pace”, ricordando che il gruppo ha chiesto ai passanti di scrivere un pensiero di pace da appendere al manifesto. “Lo scautismo è sempre stato favorevole alla pace e contrario ad ogni guerra, in ogni Paese del mondo”, ha confidato, sottolineando il ruolo dello scoutismo nella costruzione di una società pacifica e solidale. Un impegno non nuovo per il Masci, che già in passato aveva realizzato “Parole di pace”, un’orazione civile contro la guerra. Presentata in vari teatri e scuole, l’iniziativa portava al pubblico storie di vita e di guerra vissute dai familiari e dagli antenati dei membri della comunità: “in ‘Parole di pace’ abbiamo portato i racconti dei nostri familiari, le nostre nonne, dei nostri nonni, dei nostri figli”. La rappresentazione aveva incluso storie che spaziavano dalle esperienze delle due guerre mondiali fino ai tempi più recenti, comprendendo anche il doloroso esodo istriano e il complesso dialogo tra italiani e sloveni. Inoltre, i contributi sono stati resi ancor più ricchi dall’uso di lingue locali come il friulano, lo sloveno e il dialetto gradese, creando un mosaico culturale che rifletteva la diversità e l’inclusione della comunità friulana.
Il Masci Friuli Venezia Giulia, oltre al piano simbolico, ha dimostrato un impegno concreto nell’accoglienza dei migranti, molti dei quali provenienti dalla rotta balcanica. Marta Malaroda, un’altra volontaria, ha raccontato con orgoglio come il gruppo abbia risposto alla chiamata del Vescovo per aprire un dormitorio di 25 posti, con una camera aggiuntiva per le famiglie. Inoltre, ogni martedì la comunità si radunava in Piazza della Libertà, rinominata Piazza del Mondo, per distribuire uova sode ai migranti. “Ci hanno chiamato la Comunità Coccodè”, ha scherzato Marta, riferendosi alle oltre 100 uova che ogni settimana venivano distribuite, un alimento semplice, nutriente e facile da conservare. Questo gesto, apparentemente piccolo, rappresenta un segno tangibile della solidarietà del Masci verso chi si trovava in situazioni di difficoltà.
Il gruppo partecipa inoltre con costanza a marce e manifestazioni per la pace, come la storica marcia Perugia-Assisi, e sostiene eventi simili a livello locale, inclusa la marcia del primo gennaio a Trieste. Più recentemente, il Masci ha risposto all’invito del Vescovo per una preghiera silenziosa insieme ai rappresentanti delle comunità islamica ed ebraica di Trieste, in memoria delle popolazioni colpite dal conflitto tra Israele e Hamas. “Ci siamo trovati con il Vescovo, l’Imam della Comunità islamica e il Rabbino della Comunità ebraica per pregare insieme”, ha raccontato Ambra, descrivendo il momento di raccoglimento e solidarietà che si è svolto sul Molo Audace, con lo sguardo simbolicamente rivolto verso le popolazioni lontane, ma unite idealmente da un desiderio comune di pace.
Alla domanda su come gli scout adulti possano favorire la partecipazione nella società, Ambra ha risposto con determinazione: “testimoniare prima di tutto con il nostro comportamento in azioni di pace e costruzione della pace, cercando di essere gentili e cortesi, lavorando per l’educazione”. L’educazione rappresenta il fondamento per creare una società pacifica, un valore trasmesso ai giovani affinché crescessero con spirito solidale e cooperativo.
Durante la Settimana Sociale, il Masci ha offerto nel suo stand tra le Buone Pratiche anche quattro attività specifiche, tutte dedicate alla pace e all’impegno verso un futuro più giusto. Elpidio Caroni ha spiegato che queste attività sono state ideate per consentire a chiunque lo desiderasse di esprimere in modo creativo il proprio desiderio di pace e impegno. Tra queste, “Colora la pace”, un laboratorio di disegno e pittura dedicato alla pace, mentre “Ad alta voce” ha invitato i partecipanti a leggere poesie e testi contro la guerra. Infine, la lettura di brani tratti dalle storie familiari già presentate in “Parole di pace” e l’attività “Cantare la pace”, in cui si imparava una semplice canzone a quattro voci o si cantava insieme il brano “Non maledire questo nostro tempo”: un incoraggiamento a mantenere viva la speranza e la fiducia nel futuro.
Andrea Canton