Si sono concentrati sui temi della partecipazione, della cittadinanza e delle istituzioni i lavori della terza giornata della Settimana Sociale, in corso a Trieste fino a domenica. “La Costituzione ci porta al cuore della democrazia: fonda la Repubblica sul lavoro, non sul voto”, ha osservato Filippo Pizzolato, docente all’Università degli Studi di Padova, precisando che la “cittadinanza costituzionale va oltre il voto” e non si limita agli aspetti istituzionali. “La democrazia si nutre di prassi, di tessitura feriale della convivenza”, ha aggiunto sottolineando anche che “la partecipazione ha bisogno del rapporto con le istituzioni per la sua efficacia trasformativa”.
La riflessione si è poi concentrata sulla necessità di una nuova grammatica della collaborazione per costruire la democrazia del ‘noi’. “Il lavorare con e in relazione agli altri deve tornare a poggiare sulla possibilità di desiderare e nel desiderio produrre nuovi immaginari”, ha detto Mara Gorli, docente all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sottolineando che occorre “rifondare un immaginario del ‘noi’, avendo a cuore nuove capacità responsive”. Tenendo presente che “le persone collaborano se pensate come soggetti e non come individui”; concentrando “lo sguardo sulla followership e non sulla leadership”; facendo attenzione a “valorizzare il capitale sociale, curando quell’insieme di relazioni e reti che creano collante” sapendo “aprirsi all’esterno per non chiudere il gruppo in rifugi autocelebrativi” al cui interno si genererebbero “dinamiche competitive”.
I lavori sono quindi proseguiti nei “laboratori della partecipazione” ai quali prendono parte gli oltre mille delegati arrivati nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia da tutta Italia. Nel pomeriggio spazio al confronto e al dialogo nelle “Piazze della Democrazia”.