La terza edizione della Scuola di POP, organizzata dall’Arcidiocesi di Torino, è il nuovo capitolo di un progetto che continua a crescere e a innovare. Questo percorso di formazione politica nasce dalla consapevolezza di un bisogno sempre più pressante di luoghi dove fede e impegno pubblico possano dialogare, dando forma concreta alla costruzione del bene comune. “Non vogliamo una scuola che si limiti a offrire contenuti tecnici, ma un luogo in cui costruire una visione politica radicata nei valori cristiani”, afferma Alessandro Svaluto Ferro, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Sociale e del Lavoro. Un tema centrale della nuova edizione è il forte legame con la Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, svoltasi a Trieste nel luglio 2024. “La Scuola di POP rappresenta una risposta alla chiamata emersa a Trieste: un impegno concreto per favorire la partecipazione e coltivare un’autentica cittadinanza attiva”, sottolinea Svaluto Ferro. Questa continuità si traduce non solo nei temi trattati – come la democrazia partecipativa e le transizioni ecologiche e digitali – ma anche nel metodo: “abbiamo scelto di adottare l’approccio sperimentato a Trieste, che unisce riflessione personale e lavoro di gruppo per elaborare proposte politiche concrete”.
La Scuola di POP 2025 si articola in due percorsi principali. Il primo, definito “canonico”, è strutturato in due aree complementari. La prima, intitolata “Spiritualità in Politica”, esplora le radici etiche e valoriali dell’impegno politico, proponendo riflessioni su temi quali l’antropologia cristiana, il pensiero sociale della Chiesa e la necessità di ridare anima alla politica. La seconda area, denominata “Le Politiche”, affronta invece le sfide concrete del nostro tempo, tra cui lo sviluppo sostenibile, le migrazioni e l’intelligenza artificiale. “La dimensione etica e spirituale – spiega Svaluto Ferro – è un presupposto, ma deve tradursi in scelte pratiche e incisive. Non si può fare politica senza visione, ma neanche senza azione”.
Accanto al percorso tradizionale, si sviluppa la Scuola di POP – OFF, un’iniziativa pensata per portare la formazione politica oltre i confini della diocesi e raggiungere catechisti, insegnanti di religione e gruppi giovanili. “Vogliamo che la politica – afferma Svaluto Ferro – diventi una dimensione condivisa, accessibile a tutti, non un privilegio per pochi”.
Elemento distintivo della Scuola di POP è il suo metodo didattico, che unisce momenti di ascolto, silenzio personale e confronto comunitario. “La partecipazione è al centro del nostro progetto”, ribadisce il direttore dell’Ufficio diocesano. I partecipanti, oltre a seguire lezioni e seminari, saranno coinvolti nella stesura di proposte politiche che rappresentino un ponte tra riflessione e azione concreta: “non vogliamo limitarci alla formazione teorica. Il nostro obiettivo è che i partecipanti si impegnino attivamente nei loro contesti locali”.
La Scuola di POP si pone anche come spazio di dialogo sereno e costruttivo, lontano dalle polarizzazioni e dalle logiche divisive che caratterizzano il dibattito pubblico odierno. “Per noi, politica e fede non possono essere separate. La nostra Chiesa vuole essere una presenza viva nella città, capace di entrare nelle sue contraddizioni e di offrire un contributo positivo”, conclude Svaluto Ferro.
Con un calendario ricco di appuntamenti e un approccio innovativo, la Scuola di POP 2025 si prepara a essere un laboratorio di idee e azioni per chi crede che la politica possa essere ancora una vocazione al servizio del bene comune.
Andrea Canton