Pubblichiamo le parole di ringraziamento che Mons. Enrico Trevisi, Vescovo di Trieste, ha rivolto al Santo Padre a conclusione della Concelebrazione Eucaristica, in Piazza Unità d’Italia.
Carissimo Papa Francesco mi faccio interprete di questa grande assemblea per dirLe grazie: attraverso di Lei abbiamo gustato l’essere parte della grande famiglia di Dio, l’essere partecipi del grande disegno del Padre che ci vuole tutti fratelli e sorelle. A nome di tutta la Chiesa di Trieste: grazie, hvala. Dio parla e capisce tutte le lingue, non solo l’italiano e lo sloveno, siamo noi a dover imparare la lingua dell’amore di Dio, che è Cristo Gesù.
Noi siamo la famiglia di Dio, smo Božja družina.
Siamo una famiglia, una città che si è costruita attraverso l’apporto di tante culture e di tanti popoli ma anche di tante sofferenze e violenze: e noi vogliamo raccogliere la sfida di essere un laboratorio di pace e di dialogo anche per altre terre che ancora sono attraversate da tensioni e guerre. Intercedano i martiri Francesco Bonifacio, Mirolslav Bulešić, Lojze Grozdè (un italiano, un croato e uno sloveno). Proprio a partire dal Vangelo, anche attraverso il dialogo ecumenico e inter-religioso, vogliamo partecipare con determinazione a costruire relazioni diverse tra i popoli e i Paesi.
La ringrazio anche a nome di tanti anziani e bambini che ci hanno seguito attraverso la televisione. Il primo regalo che Le facciamo sono queste centinaia di lettere che anziani e bambini hanno iniziato a scriverLe spontaneamente e che poi abbiamo raccolto. Sono come tante “coccole”, gesti di affetto e di tenerezza che giungono da loro. Quando la sera si sentirà un po’ stanco pensi a queste “coccole” che ha ricevuto a Trieste. Le lasciamo anche una rivisitazione moderna dell’immagine della Madonna della salute (realizzata dal pittore Amedeo Brogli) a cui i triestini sono particolarmente devoti. Trieste è una città laica ma che ancora sa darsi la gioia di venerare Maria nelle tantissime chiese a Lei dedicate.
E alla scuola di Maria, ci impegniamo a vigilare sui fratelli e sorelle più vulnerabili, ad accompagnarli nelle loro fatiche. Invochiamo la Sua benedizione; la invochiamo su Manuel, un giovane malato di SLA e su tutti i malati di SLA e di altre gravi patologie. Invochiamo la Sua benedizione su Laura, Rita, don Carlo, Romana, Duja e su tutte le persone anziane perché possano sempre sperimentare la gioia di essere famiglia di Dio. Invochiamo la Sua benedizione su tutti i giovani e sui giovani sposi e famiglie, a partire da Simone e Anna, Lorenzo ed Elisa che si sono sposati ieri: sperimentino la gioia di costruire il loro amore sull’amore di Dio. Invochiamo la Sua benedizione su tutti i poveri e su tutti i migranti (come su Ashan e Madiha): possano trovarci coraggiosi nell’inventare forme intelligenti perché siano accolti come amati di Dio e non come minacce. Una benedizione anche per i nostri carcerati e le nostre carcerate: commuove il pensiero che hanno contribuito a realizzare i due mosaici che abbelliscono questo altare. Sulla nostra Chiesa e sull’intera Chiesa Italiana invochiamo la Sua benedizione per saper vivere la gioia del Vangelo e saperla partecipare a chiunque incontriamo sulle strade delle nostre città. Grazie Santo Padre per la Sua benedizione. E non ci dimentichiamo di pregare per Lei. La affidiamo alla Madonna della salute.