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A Pinerolo i primi condomini dove l’energia è al 90% green

Di Paolo Viana

Come dice l’economista Leonardo Becchetti, «le comunità energetiche fanno bene alle tasche dei condòmini che non devono più acquistare in rete fino al 90% dell’energia consumata». E basterebbe. Se non che queste nuove realtà sono anche processi partecipativi di cittadinanza attiva ed educano alla sobrietà. E non sono teoria. In Piemonte, infatti, Acea Energie Nuove di Pinerolo, pioniera in questo campo, ha promosso la creazione di venti ‘comunità energetiche condominiali’ nell’ultimo anno. Si tratta di condomini dove i proprietari possono autoconsumare la quasi totalità della produzione fotovoltaica, abbattendo in modo considerevole la quantità di energia elettrica prelevata dalla rete e riducendo il costo della bolletta.

Il Progetto Energheia da cui nascono queste realtà è una joint venture tra Acea Pinerolese Energia e Tecnozenith. Permette di sfruttare l’energia rinnovabile ottenuta tramite produzione fotovoltaica per il riscaldamento dell’edificio. Ciò è reso possibile dalla realizzazione di cappotti, pareti ventilate o insuflaggio, dall’utilizzo di infissi a doppio vetro, e facendo in modo che l’energia fotovoltaica alimenti una pompa di calore ad alta efficienza ed abbattere l’utilizzo del gas naturale. Decisivo, di questi tempi, per rendere sostenibile il riscaldamento anche sul piano economico. Inoltre, ben due direttive Ue (2018/2001 RED II e 94/2019) stabiliscono che le comunità energetiche debbono essere un attore importante nella transizione ecologica. Tecnicamente, la produzione fotovoltaica, che garantisce il 75% dell’energia necessaria al riscaldamento dell’edificio efficientato, viene utilizzata per alimentare una pompa di calore ariaacqua, e quindi sfruttare l’energia aerotermica: l’impianto è inoltre dotato di un sistema di ac- cumulo da 22,08 kWh che consente di aumentare l’autoconsumo della produzione fotovoltaica, che sostiene anche i servizi ausiliari nella centrale termica e i servizi comuni del condominio (ascensore e luci scale). «Ci si aspetta una riduzione del fabbisogno energetico da fonte fossile almeno del 81% ed una percentuale di consumo della produzione fotovoltaica da parte della pompa di calore di almeno 37%» spiegano in Acea. Al termine dell’intervento, i condomini si trovano a usare metano e energia elettrica solo per sopperire ai picchi di richiesta energetica e gli edifici hanno un’autonomia energetica tra il 70% e il 90%.

L’intervento si può realizzare in quattro mesi in tutti i contesti urbani. Finora si è sviluppato nel quartiere Mirafiori di Torino con il coinvolgimento di circa 240 famiglie, a Pinerolo, a Moretta, a Racconigi, a Cavour. Il primo condominio è stato efficientato il 14 maggio 2021. Attraverso un software: ogni inquilino è dotato di uno schermo nel proprio appartamento che permette il controllo e la gestione della temperatura di ciascuna camera in base agli orari e differenti utilizzi degli spazi. Un grosso aiuto alla sobrietà.

«Questi condomíni – ci dice Francesco Carcioffo, amministratore unico di Acea Energie Nuove – sono l’esempio concreto di cosa significhi fare transizione energetica in comunità e pensare insieme al bene della nostra Casa comune. Significa cogliere appieno la sfida del momento di ridurre i costi per l’energia e abbattere la necessità di approvvigionamento energetico dalla rete esterna, creando di fatto anche inclusione sociale. Siamo stati i primi come Acea in Italia e vogliamo che diventi un modello riprodotto in tutta Italia, perché, solo così, potremmo concretamente affrontare la grande sfida al cambiamento climatico».

Fonte: Avvenire