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Una Comunità energetica per la diocesi di Treviso

Una Comunità energetica rinnovabile grande come una Diocesi, per ascoltare insieme il grido della terra e il grido dei poveri. Dopo due anni di lavoro, il 22 dicembre scorso si è costituita ufficialmente la “Fondazione Diocesi Treviso Energy Ets”, destinata ad essere il punto di raccordo e di distribuzione energetica nel vasto territorio della diocesi di Treviso, 265 parrocchie per un milione di abitanti sparsi tra le province di Treviso, Padova, Venezia e Vicenza.
Sergio Criveller, economo diocesano e presidente della neonata fondazione, comincia la sua storia da una data ben precisa: ottobre 2021. “Nel documento conclusivo della Settimana Sociale dei cattolici di Taranto – racconta – si invitavano le parrocchie a costituire una Cer, Comunità energetica rinnovabile. Al suo ritorno il vescovo di Treviso mi ha invitato a studiare la cosa”. Approfondimenti, incontri, colloqui e poi la svolta, nella consapevolezza che forse la via più comoda era quella di fare le cose davvero in grande: “Invece di costituire tante comunità energetiche quante sono le cabine primarie della rete elettrica, si è pensato, con la struttura giuridica di una fondazione di partecipazione, di coprire tutta la diocesi, per ben 33 cabine primarie”.

Un unico cappello, dunque, per coprire ed accogliere i 33 sottogruppi legati alle singole cabine primarie, in media un paio di Comuni e una decina di parrocchie ciascuna: “A breve – annuncia Criveller – andremo a promuovere la partecipazione alla comunità coinvolgendo le parrocchie, i Comuni, le famiglie, le imprese, le attività commerciali”. Lo scopo è di agganciare sia i produttori di energia pulita, sia i consumatori per attrarre al contempo gli incentivi legati al consumo istantaneo dell’energia green prodotta e creare senso di condivisione. La struttura giuridica che disegna l’architettura e i rapporti interni alla Cer è forse importante quanto i pannelli di silicio da installare sui tetti. “Anche chi consuma – spiega – saprà di accendere la lavatrice a mezzogiorno anziché alla sera, perché in quel modo consumerà la corrente elettrica prodotta in eccesso da chi ha gli impianti di produzione». In questa logica rientrano gli incentivi, destinati sia al ristoro di chi la produce, sia a sostenere le famiglie che versano in uno stato di povertà energetica. “Abbiamo degli obiettivi molto alti – ammette – perché vogliamo coinvolgere non solo le parrocchie, ma anche i capannoni delle imprese, per produrre un 1MW per ogni cabina primaria”. Ora la Fondazione sta stilando il regolamento e predisponendo la piattaforma in cui domanda e offerta si incroceranno.
La Settimana Sociale di Trieste potrà essere, per la Comunità energetica rinnovabile diocesana di Treviso, un punto intermedio del cammino iniziato a Taranto e destinato a proseguire ben oltre: “Dobbiamo accelerare – conclude Criveller – per creare modelli virtuosi che facciano del bene sia a noi che all’ambiente. Questo è il momento giusto”.

Andrea Canton