Un successo o un mancato fallimento? Ad un mese dalla conclusione della Cop 28, la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Dubai, abbiamo riflettuto sull’eredità di questo summit con alcuni dei giovani impegnati nel cammino verso la prossima Settimana Sociale dei Cattolici in Italia. Non solo resta centrale il tema della partecipazione – al centro dell’appuntamento di Trieste – per il contrasto dei cambiamenti climatici, ma rimane nell’agenda dei cattolici in Italia la recezione delle conclusioni della Settimana Sociale sull’ecologia integrale che si è celebrata a Taranto nell’ottobre del 2021. Ne abbiamo parlato con due dei volontari che partecipano alla Consulta dei Giovani: Arwen Emy Sfregola e Antonio Molinari.
Per Arwen Emy Sfregola, alla Cop28, si sarebbe dovuta sentire un po’ di più la voce dei giovani: “Da più di dieci anni movimenti giovanili spontanei sono impegnati in azioni di informazione e di protesta. Mi sarei aspettata una più ampia apertura al dialogo con loro. Non è stata ascoltata a dovere anche la voce degli stati più piccoli e delle comunità indigene maggiormente esposte ai cambiamenti climatici”. Tuttavia, ci sono anche dei lati positivi, nei quali è possibile scorgere segnali di speranza, come il riconoscimento della responsabilità dei Paesi più ricchi verso i più poveri e il ruolo dei combustibili fossili. “Avviare processi, più che occupare spazi”, commenta, citando papa Francesco, Antonio Molinari, che osserva poi come ci sia stata “la chiarezza di definire pubblicamente ciò che già si sapeva riguardo il fossile, con dichiarazioni di intenti molto importanti”. “Il passo epocale – lo definisce Arwen Emy – è l’aver affermato una visione multilateralista, nella quale ogni attore è chiamato a fare la sua parte”. Ora però è necessario che ciascuno mantenga la parola data.
“Questa Cop28 – aggiunge Molinari – ci ha fatto riflettere sul ruolo della politica e della partecipazione. Come giovani impegnati nella consulta in preparazione della Settimana Sociale dei Cattolici di Trieste, ci troviamo a conoscerci e a dialogare a partire dalle rispettive appartenenze associative. Tutte hanno in comune l’enfasi sulla partecipazione. Papa Francesco nella ‘Fratelli tutti’ ci invita a recuperare il concetto di fraternità, che, nel multilateralismo e nell’attivismo di tanti, mi pare abbia accompagnato alcuni passaggi della Cop28. Si tratta, come ha detto il Papa, di un processo di cambiamento d’epoca, che costruiamo anche attraverso la rivalorizzazione della democrazia e della partecipazione, contribuendo alla costruzione di una società che diventa davvero casa comune. La prossima Settimana Sociale può aiutarci a capire come la Cop28 di Dubai non sia solo un accordo tra i grandi e i potenti del mondo, ma anche dei patti e delle alleanze quotidiane più vicine ai nostri territori”. Arwen Emy evidenzia – a partire dall’esperienza di ‘Economy of Francesco’, della quale fa parte, di coinvolgimento dei change makers, attori di cambiamento – quanto siano risolutive le campagne che rendono consapevoli i cittadini del loro ruolo, dalla partecipazione attiva alla riscoperta del consumo consapevole. Molinari conclude che “ai giovani piace pensare fuori dagli schemi, e le azioni concrete di partecipazione per la comunità e l’economia civile lo dimostrano”.
Andrea Canton