di Marco Iasevoli
La novità della “due giorni” di Trieste in preparazione alla Settimana sociale è stata la formula: le associazioni, i movimenti e le comunità ecclesiali che si confrontano con amministratori locali che in qualche modo hanno maturato la scelta dell’impegno politico proprio formandosi nelle diverse aggregazioni laicali. Un confronto sui temi, sulle priorità, sugli obiettivi da riportare, eventualmente, nei territori e nelle città. Un’iniziativa fortemente voluta dalle associazioni diocesane di Trieste, e che ha visto il coordinamento, dal punto di vista dell’agenda politica, di Francesco Russo, ex senatore e vicepresidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia con un lungo trascorso nell’associazionismo cattolico.
La risposta è stata sorprendente e a Trieste sono arrivati da diversi punti d’Italia. Hanno partecipato ai lavori la capolista di Avs alle Europee nella circoscrizione Nord-Est Cristina Guarda, la vicepresidente del Consiglio comunale di Milano Roberta Osculati, il leader di Argomenti 2000 Ernesto Preziosi, componenti della segreteria di “Insieme” tra i quali Alfonso Barbarisi, il presidente di “Basilicata casa comune” Fausto Santangelo, il segretario della rete “Per” Giuseppe Irace, assessori e consiglieri comunali provenienti dall’Emilia Romagna, dall’Abruzzo, dalla Puglia, dalla lontana Sicilia. Oltre, ovviamente, a consiglieri comunali di Trieste e consiglieri regionali del Friuli Venezia Giulia.
La sfida è stata, ieri, individuare, con un lavoro comune tra “associativi” e “politici”, una piattaforma comune di «azioni concrete». Alla base delle quali c’è quel «prendersi cura dell’umanità presente e futura» indicato da mons. Enrico Trevisi, vescovo di Trieste, che ha aperto la giornata.
Preoccupazione numero uno, per distacco sulle altre, la disaffezione dei giovani dalla politica, dalla partecipazione e dal voto, come dimostrano i dati sull’astensionismo. La riqualificazione degli spazi urbani e dei beni comuni per renderli disponibili alle giovani generazioni, insieme al sostegno allo sport e alla scuola perché possa essere una «agorà» aperta anche oltre le ore didattiche, sono investimenti prioritari per dare un segnale a chi ormai crede, non senza ragioni, che la politica locale sia solo un gioco di potere tra pochi.
L’agenda delle «azioni concrete» passa inoltre dall’impegno per la sostenibilità. Depavimentazioni e piantumazioni come iniziative apparentemente semplici ma che segnano una controtendenza visibile rispetto alla cementificazione. «Da egocentrici a ecocentrici», la sintesi di questo pezzo di “programma”. C’è poi il vasto fronte delle politiche locali di contrasto alla denatalità, che vanno dal fronte “nidi e servizi” sino alle buone pratiche di chi ha dosato i tributi municipali intorno ai carichi familiari. Esperienze già in corso, ma ancora poco conosciute e valorizzate.
Altro punto qualificante, e che ha trovato consenso a prescindere dal dibattito politico nazionale – a dimostrazione del fatto che nei territori le questioni vengono vissute e viste in maniera diversa – è quello della cittadinanza ai minori stranieri. Un tema parlamentare, ma sul quale si può fare pressione dal basso alla luce delle proposte già presenti sul cosiddetto “ius culturae”.
Per gli amministratori e i gruppi politici arrivati a Trieste, la promessa è quella di rivedersi dopo le Europee per approfondire questi temi e per verificare la possibilità di costruire intorno a queste «azioni concrete» una rete trasversale, che possa far sentire a casa chi lavora sui territori a prescindere dalle specifiche e diverse scelte politiche. Ovviamente durante i lavori è arrivata l’eco dei grandi temi di dibattito nazionale. Dalle riforme alle Europee, con un focus sulla legge elettorale: il pressing per abolire le liste bloccate potrebbe rappresentare un ulteriore terreno comune.
Proprio Francesco Russo, provando a fare una prima sintesi, ha ricordato come la scorsa legislatura europea sia stata segnata dal contributo fondamentale di David Sassoli, mentre alle prossime elezioni i candidati cattolici dovranno scalare un Everest elettorale per portare il loro contributo nell’Europarlamento. Perciò il lavoro di Trieste non può essere disperso: né il confronto associazioni-amministratori, né lo sforzo di fare rete degli amministratori che si riconoscono nei principi della Dottrina sociale della Chiesa.
Pubblicato su Avvenire del 5 maggio 2024