La 50ª Settimana Sociale di Trieste sui temi della democrazia e della partecipazione si terrà a poche settimane dal voto per il rinnovo del Parlamento europeo, un’elezione quanto mai storica all’indomani della pandemia e in un mondo sempre più dilaniato dai conflitti. Andrea Boitani, professore ordinario di Economia politica all’Università Cattolica di Milano, fa con noi il punto sullo stato attuale del progetto europeo. “Siamo – afferma – in uno stato di transizione permanente, tra un passato senza gloria e un futuro con speranza. La chiave è la condivisione di sovranità, ovvero la capacità dei Paesi di condividere una parte della propria sovranità su questioni cruciali. Solo così si potranno affrontare sfide importanti come la transizione verde, che presenta sia problematiche che opportunità”.
Oggi i punti all’ordine del giorno sono il debito comune, la difesa europea, la transizione ecologica…
“Durante la pandemia è stato infranto il tabù del debito comune con il Next Generation EU. Tuttavia, la difesa è una questione più complessa. Integrare i sistemi di difesa dei vari Paesi richiede più della semplice condivisione di risorse, dato che la difesa tocca il cuore della sovranità nazionale. D’altro canto, i Paesi europei sono ben consapevoli delle misure necessarie per contrastare i cambiamenti climatici e sanno che è meglio affrontarle insieme”.
Qual è la situazione economica europea dopo il Covid?
“Dopo una crisi, il deficit pubblico tende ad aumentare, come è avvenuto durante la pandemia. Paesi come Italia e Francia hanno visto crescere significativamente il loro debito. Il problema ora è ridurre il rapporto debito/PIL senza creare pressioni recessive. È essenziale distinguere tra debito cattivo e buono, che è quello che investe nel futuro, come nella lotta ai cambiamenti climatici”.
La Settimana Sociale di Trieste avrà al centro il tema della partecipazione. Come favorire una maggiore partecipazione democratica a livello europeo?
“La partecipazione è uno dei maggiori deficit dell’Europa. L’Europa è spesso percepita come uno strumento delle élite: è essenziale che i cittadini si sentano coinvolti nelle politiche europee, specialmente quelle che riguardano i territori. È possibile aumentare la partecipazione democratica attraverso il dibattito e il confronto con le associazioni locali, che possono contribuire alla definizione e attuazione dei progetti europei”.
Qual è la sua visione per il futuro dell’Europa?
“Il futuro dell’Europa dipenderà dall’impegno e dalla partecipazione dei suoi cittadini. La partecipazione alle prossime elezioni europee sarà un indicatore importante. Una bassa affluenza potrebbe suggerire disinteresse, mentre una buona partecipazione indicherebbe speranza e fiducia nelle istituzioni europee. Migliorare la qualità delle politiche europee e la percezione dei cittadini nei confronti dell’Europa sarà cruciale. L’allargamento puramente dimensionale non è sufficiente; è necessario migliorare la qualità delle politiche e il modo in cui percepiamo l’Europa come un nostro progetto comune”.
Andrea Canton